Una rete nazionale per ridurre le disuguaglianze di salute. È questa la sfida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e argomento del Convegno“Disuguaglianze di salute: politiche sanitarie e non sanitarie” che si tiene il 30 maggio. Il contesto economico, sociale e politico si configurano, quindi, come cruciali per la nostra salute. L’evento, organizzato dall’ISS vede la partecipazione dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e rientra tra le iniziative nazionali nell’ambito della Terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
I massimi esperti nazionali ed internazionali nel campo delle disuguaglianze di salute durante la giornata di lavoro si confronteranno sulle loro gravi ricadute. Le disuguaglianze, declinate in tutti i significati, sono diventati tema centrale nell’agenda delle politiche di sviluppo e nella ricerca.
L’intersettorialità, ovvero l’integrazione tra diversi settori delle politiche (sia sanitarie che non sanitarie) può essere definita parola chiave per il raggiungimento di quell’equità in grado di conseguire risultati significativi in termini di impatto sulle disuguaglianze e quindi sulla salute.
Proprio nello sviluppo dell’intersettorialità come strumento metodologico e come strumento di lavoro integrato l’ISS è impegnato in prima linea attraverso la promozione e la realizzazione di una rete nazionale intersettoriale composta dagli stakeholder italiani di maggior rilievo e di provata esperienza nel campo delle disuguaglianze di salute.
“Un dato che fa riflettere a livello globale – dichiara Raffaella Bucciardini del Centro Nazionale Salute Globale – è che una parte consistente delle disuguaglianze di salute è riconducibile alle politiche non sanitarie. Ad esempio, in media, il 30% della mortalità è spiegata dalle differenze nel livello di istruzione, di reddito e, più in generale, di status sociale”.
In Italia, infatti, a diverse condizioni socio-economiche si osservano significative differenze di speranza di vita, morbosità e disabilità: le persone più abbienti e con un livello di istruzione più alto, godono di condizioni di salute migliori, si ammalano con meno frequenza e vivono più a lungo. Allo stesso modo, nei territori dove c’è una maggiore presenza di gruppi sociali con un livello socio-economico basso troviamo indicatori di salute meno favorevoli.
Quindi, la salute dipende solo in parte dalla disponibilità di servizi sanitari per la prevenzione e la cura delle malattie. A livello Globale l’ Agenda 2030 ONU focalizza questa problematica, nei 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile risulta evidente che la riduzione delle disuguaglianze di salute dipende da strategie combinate per il raggiungimento di diversi obiettivi, quali, ad esempio, povertà zero (obiettivo 1), salute e benessere (obiettivo 3), qualità dell’educazione (obiettivo 4), lavoro dignitoso e crescita economica (obiettivo 8), ridurre le disuguaglianze (obiettivo 10), città e comunità sostenibili (obiettivo 11).
Lo scopo del convegno è quello di accrescere il livello di consapevolezza e l’attenzione al tema delle disuguaglianze di salute.
Nello specifico, si intende evidenziare il ruolo centrale del settore sanitario nel processo di inserimento dell’equità nella programmazione delle politiche pubbliche. Inoltre, risulta di particolare rilevanza ampliare e coinvolgere l’audience degli attori non sanitari con un sguardo ai determinanti sociali di salute