I giovani, la moda e i suoi condizionamenti
Un rapporto di amore e odio.
Reclamano un modo di vestire autonomo e indipendente non condizionato dalla moda.
Infatti la moda condiziona i tempi e gli esseri umani.
Impone modelli, tagli, colori e li modifica nel corso del tempo, impone il gusto alla collettività.
Alcuni ragazzi si fanno influenzare e chiedono di poter acquistare quel tipo di modello o marca di pantaloni, e i genitori, per farli contenti, gravano pesantemente sul bilancio familiare. Gli outlet e i centri commerciali, per fortuna, propongono capi di qualità a prezzi più convenienti per i giovani.
Solitamente i giovani non desiderano cadere nel consumismo, non essere omologati ma scegliere capi di moda giovane non convenzionale.
E’ una non moda, una moda nella quale potersi riconoscere tra giovani.
Quindi via libera a jeans stracciati, stoffe orientali, foulards,colori fluo, magliette con scritte, etc.
Un giusto concetto di moda e’ poter comprare quanto di meglio valorizzi noi stessi e i capi in cui muoverci con disinvoltura che rispecchiano la nostra personalità, senza dipendere dai condizionamenti imposti da giornali e mass media.
I giovani vestono traendo ispirazione dalla strada e dalla realtà urbana.
Un breve excursus sui modi di vestire giovanile.
Si parte dal 1947 con i bikers che si riunirono con giubbetti di pelle stivali e jeans in California, provocando scalpore nella societa’ americana.
Poi le subculture giovanili fecero seguire l’ideale pacifista dei beat che venne ripreso più avanti nel 1960 dagli hippie con il loro modo informale di vestire.
Un altro esempio è in Inghilterra con i rockers che fondevano i bikers con i teddy boys che amavano la musica rock’n roll americana.
Ai rockers in seguito si contrapposero i mods che amavano il bel vestire, i capelli brillantinati, e amavano il cool jazz.
Poi nel 1976 seguirono i punk che vestivano con collari e abiti total black, si procuravano lesioni per mostrare una societa’ che li rendeva impotenti e amavano una musica molto dissonante e con alti toni, e gli hip hop che indossavano pantaloni larghi e sneackers.
Negli anni ‘80 seguirono i paninari (subcultura Italiana) che vestivano più rozzamente anche per dimostrare che non occorreva essere figli di papà per essere rispettati, e negli anni ’90 i grunge che vestivano con abiti usati per contrastare il consumismo.
Questo percorso giovanile di gruppi legati anche al modo di vestire, dimostra che la moda trae spunto dalle idee e da tutto ciò che si vive in un preciso periodo storico, dove musica, arte, eventi storici, influiscono in modo determinante sul modo di indossare e danno un senso di appartenenza a un gruppo.
I giovani direbbero:” la moda siamo noi!”