Covid: “Etciùùùùù”
L’autore: con questo mio racconto spero di suscitare un sorriso in questo periodo di preoccupazione e dolore.
Una Voce dall’Alto in un silenzio assordante: “Il tuo nome?”
Niente di niente.
“Il tuo nomeeee?” urlò.
“Covid!” rispose timidamente.
“Piuttosto originale,” commentò la Voce.
“Cognome?”
A questo punto passò ben più di un attimo. Forse anche due o tre. La Voce in generale aspettava fino a dieci attimi e così a nove fu “Coronavirus.” rispose il piccolo esserino appena emerso da una specie di strano liquido caldo e puzzolente.
“Sei di sangue reale?” chiese la Voce.
“Perché? Sangue? Cos’è?” rispose sorpreso Covid.
“Lascia stare il sangue. Troppo difficile da spiegare. Piuttosto… Coronavirus mi fa pensare che la tua famiglia sia dotata d’un qualche lignaggio.”
“Boh!” rispose Covid pensando e ripensando da quale parte della sua infinitesima materiucola cerebrale fosse uscito il suo cognome: “Coronavirus.”
“Covid Coronavirus non mi dispiace affatto. Tutti corrono a chiamarsi Paolo, Giuseppe o Giovanni. Maria ed Elisabetta, addirittura Pietro. No, Covid Coronavirus non è malaccio,” disse ridendo a squarciagola la Voce.
“La tua età?”
Dall’alto la luce lo trafiggeva e cominciava a sembrare un vero interrogatorio. Covid avrebbe dovuto a ragione rispondere che era appena nato. Era uscito da pochissimo da una pozza d’acqua paludosa e ribollente, una specie di liquame primordiale in cerca della sua epidemia…. Ops, famiglia. Ops… pandemia. Ops… famiglia assai allargata e omertosa.
“Ma sei scimunito? Ti ho chiesto della tua età e non mi rispondi. Non ti degni di replicare ossequiosamente alla Voce dell’Altissimo?”
Covid rimpicciolendosi ancor più arrossì e si guardò intorno cercando un qualche aiuto ma nulla, solo la pozza di liquame e niente altro a distanza siderale.
“Rispondiiiiii!” urlò cosmicamente la Voce.
Covid abbassò timidamente lo sguardo e dal nulla trovò la soluzione all’enigma.
“19!” rispose alla Voce.
“19 è la tua età? Sei sicuro? Sicuro certo certissimo?”
“Sì!”
“E così sia!” sentenziò l’Altissimo.
Se l’era cavata guardandosi le scarpe e quel numero sotto la suola, 19, lo aveva aiutato a dare una qualche minchiata di risposta all’Altissimo.
In fin dei conti nella sua pandemia/famiglia tutti avrebbero ben distinto il suo nome, “Covid” e il suo cognome: “Coronavirus”, ma nessuno ci avrebbe capito una fava per quel 19 che non significava un fico secco… a parte l’Altissimo.
Lo aveva accontentato e tanto bastava.
“Ora puoi andare.” concluse la voce.
“Dove?”
“Cosa vuoi che ne sappia Io.”
Per Covid il viaggio non si presentava affatto interessante.
La Terra era semplicemente terra paludosa e puzzolente. In lontananza sembrava persino prendere fuoco.
“Sarà un barbecue di miei amici,” pensò sorridendo e dirigendosi in quella direzione.
“Andate via zanzaracce schifose. Pussa via moscacce.”
Era evidente la sua avversione per gli insetti.
Trovò una certa simpatia per le farfalle ma erano loro, ahimè, a ripudiare lui. Strana categoria d’insetti i lepidotteri.
Strisciavano in terra ogni genere di serpenti ma la Voce lo aveva messo all’erta.
“Sono bugiardi e traditori.” gli aveva detto prima di mettersi in viaggio.
A lui, al buon piccolo Covid, erano sembrati solo molto, molto viscidi quando aveva provato a cavalcarli attaccandocisi virulemente.
Cominciava a soffrire di solitudine. Doveva trovare qualche buon amico e doveva rendersi presentabile.
Un buon bagno gli sembrò la forma più giusta.
Tentò in una pozza d’acqua decisamente più limpida.
Il tuffo fu memorabile.
“Wow… che meraviglia!” Esclamò estasiato.
“Spugne a destra.” gli sussurrò un pescetto impertinente.
Ripulito per bene da spugnette di mille e più colori uscì dall’acqua si asciugò per bene e si rimise in cammino.
Non sapeva di essere così veloce perché in meno d’un meno e molto meno fece più e più volte il giro della Terra.
Come se ne accorse?
Passando semplicemente davanti al cartello che per banale distrazione aveva mancato di leggere con la giusta attenzione: “Paradiso Terrestre. Divieto di accesso al personale non autorizzato.”
“Sono o non sono autorizzato? Questo è il problema.”
Il quesito lo rimandava a problematiche letterarie di indubbia levatura. Pensò di fregarsene.
Il piccolo Covid entrò ugualmente e ci trovò bestie enormi assai strane: Aepyornis e Palaedus tentavano il volo irrisi da Jeholornis e Mao-nalo. Dragoraptor e Maniraptora inseguivano un gruppo di Zizhomgosauro chuanchengensis. Più a sua dimensione si fermò a prestare attenzione a delle formiche.
Poi laggiù una visione. Qualcosa di perso nella sua memoria e di colpo ritrovato.
Prese a correre e a urlare.
“Non fatelo. Vi prego non fatelo. La Voce me l’ha sussurrato prima di partire.”
Lei, tolto il peduncolo, le diede un morso umano. Lui anche, umano quanto lei, la morse voluttuosamente ed era buona. Piccola rossa e con una polpa fresca e fragrante.
Renetta o Annurca, Golden o Stark Delicious o Royal Gala o Fuji?
“Pink Lady!” ti ho sempre sognata si disse estasiato Covid.
Poi senza essere visto ci saltò su e in un attimo, al successivo e comune morso, soffermandosi solo un eterno micronano di secondo sulle loro labbra, fu dentro di loro, fluttuante in aerei spazi interiori.
Innamorato e perso tra i loro scambievoli respiri.
E poi, volteggiando nell’aria come tra le onde, fu un amorevole “Etciùùùù” cosmico primordiale ma assai poco salutare.
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