Lo stile dei designer giapponesi può risultare strano, originale e inusuale.
Rei Kawakubo fu il fondatore del cosiddetto decostruttivismo. Si parte da una rottura degli schemi imposti dalla moda e si intraprende un percorso di moda concettuale, si sperimentano nuovi volumi, si assemblano e si disfano gli abiti. Gli abiti si compongono e decompongono. Si tende a rendere l’abito più pulito nella forma e si eliminano le sovrastrutture, le applicazioni e i decori per rendere più pura la costruzione di un capo.
Esso comincio’ a lavorare negli anni ’70 nel mondo della moda e poi negli anni ’80 trasferi’ le sfilate a Parigi.
La particolarita’ di Kawakubo fu quella di destrutturare i capi di abbigliamento tradizionali e trasformarli. I cartamodelli vennero rigirati, rovesciati e trattati con creativita’.
Questo creo’ degli abiti opere d’arte, nelle sfilate si potevano ammirare abiti cuciti con tasche, maniche o orli sganciati dalla loro funzione iniziale e uniti tra di loro senza nesso logico.
Risultato: dei veri capolavori che rispecchiano un senso di indipendenza e originalita’. La maison si distinse per i suoi capi asimmetrici e monocolori.
Vedere ad esempio i suoi abiti per Comme des Garcones dalle linee new look che sembrano però indossati a rovescio. Ha prodotto anche una linea di profumi unisex molto particolari ed un antiprofumo con il nome Odeur 53.
Junya Watanabe è uno stilista giapponese, ed e’ stato il pupillo del designer di Comme des Garçons Rei Kawakubo. Nato in Giappone nel 1961, a Fukushima, ha frequentato il Bunka Fashion College di Tokyo, si e’ laureato nel 1984 ed e’ entrato come modellista a Comme des Garçons (maison con la sede a Tokyo e che conta nel mondo circa 200 punti vendita) divenendo poi il direttore artistico del marchio. Nel 1987 è stato capo progettista della linea di maglieria tricot ed è passato alla progettazione per il Comme Des Garçons-linea Homme.
Nel 1992 ha lavorato con il proprio nome in Comme des Garçons come ‘Junya Watanabe Comme Des Garçons’ nel 1993 e comincia ad esporre a Parigi.
Watanabe, progetta capi di abbigliamento innovativi e originali utilizzando il cotone ma nel contempo provando interesse per i tessuti sintetici e tecnologici, i suoi capi sono concettualmente studiati per essere trasformabili e modificabili. Collabora e realizza collezioni per H&M, Moncler, Nike, Levi’s, Lacoste, Fred Perry.
Ha progettato una serie di scarpe All-Star. Anche Michelle Obama ha indossato un cardigan disegnato da Watanabe.
In una delle sue sfilate Junya Watanabe ha nascosto i volti delle modelle da reti bianche, facendo risaltare strani cappelli e parrucche dai variopinti colori come giallo o verde ed ha rivisitato per esempio il trench coat.
Nelle ultime sfilate ha valorizzato i colori Africani, dove le modelle hanno indossato tuniche oversize oppure camicioni sopra pantaloni alla caviglia con accessori e pettorine tipo scultura. Colori accesi tinta unita si mescolano a stampe tribali, il bianco e nero creano giochi di stampe animalier, le lunghezze sono midi e si alternano i colori vermiglio, oro, blue elettrico, oliva, arancio, azzurro, maculato, bianco, nero.
Gli accessori utilizzati sono copricapo scultura, collane grandi, le forme degli abiti a caftano, a forma di uovo, i tessuti spaziano tra cotone, seta, pvc, maglia, vernice, organza, pizzo, metallo, garza.
Nella collezione 2015-2016 dà forma ad abiti creando un effetto origami. Piramidi, punte, tagli, ventagli e reti sono gli elementi che colpiscono gli spettatori.
In perfetta armonia con i copricapo scultura. In ogni creazione si alternano volumi geometrici a pezzi semplici e classici. Le calzature sono solitamente a tacco basso.
Questo stile fu definito post-atomico, per aver rivoluzionato l’estetica del capo ed averlo destrutturato. Gli anni ‘80 furono un periodo di grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali a livello mondiale e alla fine del decennio il Giappone aveva raggiunto l’apice del suo sviluppo economico. Poi arrivo’ un periodo di grave crisi economica e un decadimento morale. E’ in questo momento che i designer giapponesi si imposero a livello internazionale e reinventarono la moda creando un elemento di unione, gettando un ponte tra l’Oriente e l’Occidente.