Il Casentino, valle situata a Nord della provincia di Arezzo, è rinomata per una attività tramandata nei secoli: l’antica arte della lana del Casentino.
La lavorazione di questo tessuto risale al Medioevo, infatti esistono ancora le gualchiere, stabilimenti per la purga e follatura dei panni di lana.
Casentino nel Medioevo
Siamo nel Medioevo; per affrontare gli inverni rigidi e freddi si producono panni pesanti e resistenti, impermeabili ad acqua e neve.
La lana si trova in abbondanza e a costi bassi poiché vi sono numerosi greggi e si lavora questo tessuto ispido e comune.
I torrenti sono necessari per lavare e tingere la lana e per far funzionare i macchinari per la follatura.
La legna dei boschi serve per scaldare l’acqua e tingere i panni. I mercanti fiorentini del ‘300 lo commercializzano.
In seguito nel ‘500, la lana casentinese si è reso necessario marchiarla, per indicarne la provenienza.
Il distintivo di questo tessuto sono i piccoli riccioli sulla superfice. Nel Medioevo i monaci toscani indossavano vesti di lana casentino.
Nella casa reale Savoia questo panno arancione è stato utilizzato come mantellina per i cavalli. Per un errore di tinteggiatura il panno diviene arancione poiché i lanaioli volevano migliorare la resa impermeabile con l’allume di rocca e l’alizarina (colorante).
Il Novecento e il Casentino
Nel secolo XIX le manifatture tessili hanno registrato una grande espansione e sono nati i lanifici di Stia e Soci. A Pratovecchio Adriano Berti ha iniziato l’ attivita’ di produzione con una fabbrica situata sulla riva dell’Arno e ha diffuso la moda del Casentino Originale Lanificio Berti.
La stoffa calda, leggera e soffice viene lavorata in tessuto a doppio strato, trattata con un processo chiamato rattinatura.
La caratteristica di questo tessuto è quella di essere un materiale povero e autentico, ma con il tempo è divenuto raffinato e snob.
Infatti gli stilisti hanno creato dei capi, giacconi e cappotti maschili e femminili, molto raffinati e costosi.
Una curiosità: il cappotto Casentino color arancio o verde fu indossato da grandi personaggi come Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e da Bettino Ricasoli.
Capucci nel 2008 ha creato un capo, il cappotto in panno Casentino totalmente plissettato.
A Stia c’e’ la tradizione e la lavorazione del Casentino ed è stato fondato un museo che narra del panno Casentino. //www.museodellalana.it.
All’inizio si e’ trattato di un errore e il colore ha virato in arancione…ma ad oggi le tinte sono molteplici, dal bianco, al giallo, nero, blu, viola, verde e i capi sono indossati sia da una sofisticata clientela femminile e maschile.