L’Ara Pacis Augustae (Altare della pace augustea) è un altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace nella sua accezione di divinità. Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze pervenuteci dell’arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana.
Il monumento, commissionato dal Senato il 4 luglio del 13 a.C. e solennemente inaugurato quattro anni dopo, il 30 gennaio del 9 a.C., era posto accanto alla via Lata (in prossimità della zona sacra della città). Fu scelta proprio la data del 30 gennaio perché in quel giorno ricadeva il compleanno di Livia, la moglie di Augusto. Già nel II secolo il livello del suolo della zona si era notevolmente alzato e fu necessario circondare l’Ara di un muro di mattoni, che rimase intatto fino a quando nel 1568 furono scoperti alcuni blocchi scolpiti appartenenti al monumento. Altri scavi si ebbero quando furono recuperati il rilievo di Enea e la testa di Marte del rilievo del Lupercal. Nel 1903 e nel 1937-1938 furono intrapresi scavi regolari, conclusi quando, ricomposte tutte le parti, l’altare fu collocato in un padiglione appositamente costruito presso il Mausoleo di Augusto, a ridosso del lungotevere nel luogo dove sorgeva la dogana del porto di Ripetta, e ad una certa distanza dal luogo dove doveva originariamente trovarsi (sotto il palazzo Fiano-Peretti). L’inaugurazione del nuovo museo avvenne il 23 settembre 1938, in occasione del bimillenario augusteo. Vi furono alcune polemiche, in particolare quella per l’orientamento dell’altare: non tutti furono concordi nell’identificale l’attuale posizione come quella originale.
Ma come è fatta l’Ara Pacis?
Il nostro monumento si compone di un recinto rettangolare in marmo elevato su un podio e fornito di due porte nei lati più lunghi, alle quali si accede tramite una scala. All’interno del recinto è situato l’altare vero e proprio, posto su tre gradini, mentre altri cinque gradini permettevano al sacerdote di raggiungere la mensa, ossia il piano dell’altare sul quale i sacerdoti compievano i sacrifici (non dimentichiamoci che l’Ara Pacis è un monumento atto a compiere alcuni sacrifici rituali).
L’esterno è certamente molto più decorato dove vediamo riprodotte molte scene degne di nota. E’ decorato da un fregio figurato in alto e da elaborati girali d’acanto in basso; i due ordini sono separati da una fascia a meandro; queste fasce decorate si interrompono quando incontrano i pilastri per poi proseguire sugli altri lati. Bellissimi sono i pannelli, conservati più o meno bene, riportanti alcune scene della vita di Enea ( fondatore della casa di Augusto) e della famiglia dell’imperatore: i due pannelli figurati del lato principale, dal quale si accedeva all’altare, rappresentano il Lupercale e il Sacrificio di Enea ai Penati; sull’altro lato si trovano i rilievi della Personificazione di Roma, quasi completamente perduto, e della Saturnia tellus; sul lato sud c’è una delle scene più importanti anche per il suo valore storico, la processione della famiglia di Augusto, in cui riusciamo, più o meno precisamente, a riconoscere tutti i personaggi della famiglia imperiale; il lato nord è peggio conservato e ha quasi tutte le teste dei personaggi rifatte nel XVI secolo. In cima prosegue la processione secondo l’ordo sacerdotum, con gli auguri, forse recanti dipinti o le insegne del loro potere, e i quindecemviri sacris faciundis, riconoscibili dal camillo con l’acerra dai simboli di Apollo e dai septemviri epolones.
Louise Bourgeois alla Galleria Borghese di Roma
La Galleria Borghese di Roma ospita fino al 15 settembre 2024 la prima mostra dedicata ad un’artista contemporanea donna. Louise Bourgeois: l’inconscio della...
Leggi di più