Dopo un attesa lunga due anni ecco tornati i Muse. La rock band inglese guidata da Matthew Bellamy dopo aver suonato nella maggior parte dei palazzetti per il Drones World Tour da Maggio 2015 ad Agosto 2016, torna a fare il suo ingresso in scena con Thought Contagion.
Già l’11 Maggio 2017 i tre avevano annunciato attraverso Instagram l’uscita di Dig Down – singolo di un probabile ottavo album – avvenuta poi il 18 Maggio. Dopo un lungo periodo di sosta, il 31 Gennaio 2018 una foto che mostrava Bellamy in studio ha fatto pensare alla probabilità che i Muse stessero lavorando su un secondo pezzo. Poche settimane dopo, attraverso un’immagine con protagonista Chris Wolstenholme, è arrivata la conferma definitiva che ci sarebbe stato un secondo singolo e si sarebbe chiamato Thought Contagion. Il nuovo singolo è stato trasmesso in anteprima alle 20.30 su BBC Radio 1.
Diverse sono state le reazioni dei moltissimi fan sparsi in tutto il mondo (probabilmente dovute alle particolari sonorità del pezzo) che attendevano con entusiasmo il ritorno dei loro idoli. Ecco di seguito le prime impressioni.
Francesco, 18 anni, Bari: «Anche se mi ricorda troppo lo stile degli Imagine Dragons, secondo me è una canzone molto orecchiabile e di piacevole ascolto. Che sia meglio di “Dig Down” è poco ma sicuro dato il ritmo più vivace e coinvolgente. Tuttavia, nonostante lo apprezzi, da fedele fan ritengo che il sound del passato, soprattutto dell’album “Origin of Symmetry”, sia il migliore in assoluto e che il genere abbracciato con “Thought Contagion” si discosti troppo da quello con cui i Muse hanno dimostrato di dare il meglio».
Luca, 20 anni, Milano: «Principalmente non mi fa ne caldo ne freddo ed effettivamente è al di sotto delle aspettative sapendo che cosa possono realmente fare i Muse e cosa possono tirare fuori dalla loro produzione musicale. Da un altro lato, ascoltando il penultimo singolo pubblicato, “Dig Down”, non mi aspettavo granché sapendo che l’andazzo sarebbe stato più o meno quello, che non si sarebbero ripresi magicamente. Si può ipotizzare che tutto sia andato per un verso diverso evidentemente e ipotizzando che fosse questa la strada, non mi sono stupito più di tanto; è una canzone pop orecchiabile sulla quale i Muse avrebbero potuto lavorare con più impegno dato il materiale che possiedono».
Luisa, 27 anni, Enna: «Il primo ascolto mi è servito a capire che è senza dubbio migliore del singolo precedente, “Dig Down”. La canzone si presenta subito orecchiabile e godibile ma la festa finisce qui poiché nei numerosi ascolti continuo a percepire che manca qualcosa. La musica è troppo debole, non tiene testa al ritmo ed è priva di quel climax ascendente che caratterizza più o meno tutte le loro canzoni. Hanno cercato di copiare loro stessi ma nel peggior modo possibile… Per la seconda volta ho la sensazione che i Muse non hanno al momento nulla di nuovo, di interessante da dire e da trasmettere. Canzoni commercialissime come “Starlight” e “Undisclosed Desires” sono nettamete superiori e dunque per me è frustrante vedere che negli ultimi due brani non stanno dando il loro meglio. Non voglio e non posso accontentarmi con così poco. Citando “Bliss”: “I won’t settle for less”».
Sara, 20 anni, Palermo: «La prima cosa che ho pensato e che mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo è che non è uguale a “Dig Down” e per questo mi piace di più. L’altra cosa che ho pensato è stata: Fall Out Boy; ad ogni modo mi piace nonostante avrebbero potuto fare di meglio».
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Articolo scritto con tecnica professionale, nonostante la giovane età del produttore