Si è conclusa l’edizione 2020 della premiazione degli Oscar, che ha visto salire sul palco di Los Angeles i più grandi attori internazionali, ai quali è stata assegnata la statuetta per il loro talento cinematografico e l’effetto avuto sulle folle di tutto il mondo.
Nomi già noti e volti nuovi entrano a far parte del lungo catalogo dei vincitori della tanto ambita statuetta d’oro. Tra questi si annoverano il regista sudcoreano Bong Joon-ho che – grazie a Parasite – ottiene ben quattro Oscar per miglior film, regia, film internazionale e sceneggiatura originale, superando perfino The Irishman di Scorsese e C’era Una Volta A Hollywood di Tarantino.
Premiati poi Joaquin Phoenix, interprete magistrale di Joker, come migliore attore e Renée Zellweger per la performance caratterialmente superba nel film sulla vita di Judy Garland.Toccante il monologo di Phoenix, che emoziona tutta la platea, introdotto da un ringraziamento particolare a Robert De Niro e Todd Phillips:“Non mi sento superiore a nessuno degli altri candidati a questo premio. Però quello che voglio dire è che ho capito che noi possiamo dare voce a chi non ce l’ha, contro le diseguaglianze di genere, quelle Lgtb e quelle di ogni minoranza e quelle che, egoticamente, esercitiamo sulla natura e sugli animali. Violiamo i diritti delle razze e degli animali, ma nessuna specie ha il diritto di sfruttarne un’altra impunemente. Togliamo il vitello alla mucca, e togliamo alla mucca il suo latte per metterlo nei nostri corn flakes. Ma noi, come genere umano, possiamo essere meglio di questo, possiamo usare la nostra cultura e il nostro cuore. Io sono stato cattivo, egoista, crudele con molti che sono anche in questo teatro, eppure mi avete dato una seconda possibilità. Una possibilità di redenzione. Mio fratello a 17 anni ha scritto: corri verso il rifugio con amore, e troverai anche la pace”.
Un Oscar come migliore attore non protagonista va anche a Brad Pitt, che ha preso parte a C’era una volta a Hollywood e ha ringraziato i figli in un discorso altrettanto strappalacrime: “Quest’ Oscar è per i miei figli, ragazzi faccio tutto per voi. Vi adoro”.
Inaspettata poi la premiazione di Jojo Rabbit, film del neozelandese Taika Waititi – incrocio fra commedia nera e dramma storico – come miglior sceneggiatura non originale.
Sul piano dell’animazione, assegnata una statuetta anche a Toy Story 4, sequel conclusivo di una trilogia storica e memorabile.