Liberazione di corpo e anima
Isadora Duncan, grande innovatrice della danza dei primi anni del novecento, sosteneva che: “il movimento e l’educazione del corpo sono più propriamente lo scopo del ginnasta, per il danzatore questi sono solo strumenti. Perciò il corpo per se stesso deve essere dimenticato poiché esso è solo uno strumento armonioso e ben adattato i cui movimenti non esprimono semplicemente i movimenti del corpo, ma anche i pensieri e i sentimenti dell’anima.
La danza, come liberazione di corpo e anima, va intesa, quindi, nel senso più antico e arcaico del termine, quando cioè non era ancora influenzata e contaminata da quello che definiamo progresso.
Parliamo di un tempo che c’è stato prima ancora che venti secoli di disprezzo per il corpo da parte di un cristianesimo, in questo senso repressivo, la rendesse costrittiva; la nascita della danza moderna, in questo secolo di storia, si collega a quello che fu la danza presso tutti i popoli e in tutti i tempi: l’espressione attraverso movimenti del corpo organizzati in sequenze significanti di esperienze che trascendono il potere delle parole e della musica.
Facendo riferimento, quindi, agli albori della danza abbiamo la dimostrazione che fisico e psichico erano un’unità, due aspetti di una stessa realtà che permetteva, così come l’arte in genere, un rapporto diretto tra un uomo e un altro non comportando nessuna mediazione astratta, impersonale del concetto e della parola. Nell’evoluzione della personalità umana la presa di coscienza del proprio corpo in unione armonica con la propria psiche è un fattore predominante, si è alla continua ricerca di se stessi, si tende alla conoscenza totale del proprio essere perché sospinti dal bisogno di un continuo adattamento al luogo e al tempo in cui si vive.
Realtà esterna e realtà interna, spazio mentale e spazio corporeo, mente e corpo devono lavorare continuamente all’unisono affinché la personalità trovi un suo andamento di sviluppo; dico andamento di sviluppo per indicare quel processo dinamico che mai dovrà fermarsi affinché si verifichi l’evoluzione.
La danza vuole mirare a che il corpo si muova dal di dentro come un centro autonomo di forza e di decisione, e non limitare le sue possibilità al puro virtuosismo meccanico delle gambe, l’intero corpo deve essere la fonte di quell’energia vitale che ci permette di entrare in contatto con l’esterno. Il corpo quindi dovrebbe diventare il mezzo per proiettare fuori ciò che è dentro.
Si comprende, quindi, come il linguaggio sia successivo nella comunicazione, pur essendo chiaramente fondamentale nello sviluppo umano, notiamo che tutta una serie di mimica e gestualità, di movimenti del corpo e espressioni facciali sono sovente più efficaci per comprendere l’interiorità altrui.
Il grande valore che possiede la danza, così come tutte le arti, sta proprio nel fatto che fisico e spirituale sono un’unità in grado di affrontare la realtà, e di entrare in contatto con altri uomini non necessariamente attraverso concetti e parole. Ogni esperienza vitale e ogni atto propriamente umano che vada oltre la conoscenza o la pratica quotidiana necessita, per esprimersi, che il linguaggio sia trasceso e questo avviene con la danza e con quelle forme d’arte che rendono “visibile, l’invisibile”.
Lorella Carpifave, ballerina, insegnante di danza classica/contemporanea e psicologa, illustra in questa rubrica alcuni degli aspetti fondamentali della danza e le ripercussioni su mente e corpo.
Vicepresidente e Responsabile Danza di http://www.yesartitaly.it.
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