Nata nel 1947 con lo scopo di raccontare il mondo attraverso le immagini l’Agenzia viene considerata una creatura mitologica grazie soprattutto ai padri fondatori Robert Capa, Henri Cartier – Bresson, George Rodger e David Seymour; tutti considerati uomini leggendari per aver dato vita ad un’esperienza di creatività e ricerca attraverso l’“obiettivo” che ha influenzato notevolmente l’esperienza della visione e della percezione novecentesca.
Sarà il Museo dell’Ara Pacis di Roma a ospitare fino al 3 Giugno l’unica tappa europea di questa magnifica esposizione che presenterà gran parte delle opere realizzate da dieci anni a questa parte analizzando dettagliatamente il processo evolutivo di questo progetto portato avanti con tanto impegno e dedizione.
I visitatori – tra le tante immagini esposte – potranno avere l’opportunità di ammirare immagini che riguardano il servizio sui lavoratori immigrati negli Stati Uniti d’America ad opera di Eve Arnold (Anni 50), i ritratti di comuni persone inserite nell’ambiente domestica che portano la firma di Elliott Erwitt, per finire la serie riguardante il Funeral Train, opera di Paul Fusco (1968) dedicata appunto al convoglio che ha trasportato la salma di Robert Kennedy – fratello di John Kennedy – la cui morte ha sconvolto un’intera nazione.
Fondamentalmente il percorso dell’intera mostra si dirama in tre sezioni: fondazione ed inizio dell’attività per portare avanti i valori di uguaglianza e libertà a seguito dell’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani; rappresentazione del selvaggio, oggetto di studio annoverato tra le generazioni che hanno operato dal 1969 al 1989; indagine su ciò che sta per scomparire come il Comunismo e la fotografia stessa, il cui segnale è stato mandato dalla chiusura della Kodak.
Proiezioni, articoli di giornali e copertine di riviste faranno invece da contorno per fornire una completa ricostruzione del contesto in cui le foto Magnum presero vita, dalle prime realizzazioni su pellicola fino all’influenza esercitata nell’immaginario collettivo.