Quanto vi stiamo per raccontare è accaduto all’interno del locale romano “Golf Club Castel Gandolfo”, nel bel mezzo di una festa di comunione. Il personale del ristorante, un presunto socio della struttura, ha aggredito verbalmente e quasi fisicamente un cliente, senza un valido motivo.
Il cliente, poco prima dell’aggressione, era seduto su una delle poltrone all’esterno del ristorante, ed ha appoggiato la punta del piede sulla gamba del tavolinetto posto davanti alla sua sedia. Era lì, seduto accanto alla nonna, entrambi in veste elegante.
Un altro signore che era ad un tavolo sotto al gazebo con altre persone, si è alzato e si è avvicinato ai due, e con tono minaccioso e violento li ha invitati ad andarsene. Il motivo? Non si poteva appoggiare il piede sulla gamba del tavolinetto. Prontamente gli è stato chiesto di calmarsi, ma lui ha rifiutato ed ha assunto subito un atteggiamento da bullo, urlando come se volesse alzare le mani sui clienti. Tale signore ha ammesso inoltre di essere un socio della struttura, ma non ha mostrato né una divisa e né un tesserino.
Il giovane, sempre con gentilezza ed educazione, lo invitò a calmarsi nuovamente, dichiarando che stava registrando tutto in quanto giornalista. Anche di fronte a ciò rispose con scortesia, parolacce ed intimidazioni.
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Dopo qualche minuto il signore tornò al suo tavolo. Il barista, passando di lì e sentendo la discussione che si era creata tra i due, ha iniziato a chiedere cosa fosse successo. Dopo aver ascoltato i due andò a sentire la versione del presunto socio e se ne andò.
Dopo poco il ragazzo ha avvisato il parente organizzatore della comunione il quale volle capire il perché del gesto del presunto socio, cercando di raggiungere il suo tavolo scoprirono che egli si era già allontanato dalla struttura.
Non appena giunti all’interno del bar, il barista con intento minaccioso ha iniziato ad urlare “Mo me fai alterà a me! Hai rotto il cazzo perché te stavi seduto scomodo e davanti a queste persone che sono dei signori te lo dico che quello ciaveva raggione, io t’ho visto! Dai famme sentì quello che t’ha detto!”. Tale frase fu accompagnata da insulti e minacce anche mentre il giornalista tentava invano di fargli sentire la registrazione audio della precedente aggressione.
In realtà il barista non era neanche presente durante la discussione con il presunto socio, ma lo ha difeso con mera omertà, ingigantendo il fenomeno asserendo che il giovane aveva i piedi sulla sedia e sul divano. Conclude poi dicendo più volte “Vattene va, vattene a fanculo”. Il tutto davanti agli zii e dinnanzi ad altre 15 persone che erano al bar.
Il giovane, per rispetto dei suoi parenti, non rispose a tale ignoranza, e girò le spalle. Lo stesso fece poi il barista.
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Casualmente sulla via di uscita il barman salutò alcuni clienti evitando ad ogni costo di guardare il giovane, come se fosse una minaccia per la sua esistenza.
Il giovane ha deciso di rendere pubblica la vicenda, rispondendo a tali aggressioni nella forma più raffinata, tramite una recensione negativa della struttura su ogni piattaforma web. Ha concluso poi ai nostri microfoni che, persone che gestiscono un’attività e che trattano male i loro clienti in occasioni così importanti come lo può essere una comunione, sono destinati a fallire.
La Redazione
indubbiamente il giovane involontariamente e ingenuamente ha trascurato un punto che riguardo il galateo, il “bon ton”, mentre gli altri 2 si sono comportati in modo deprecabile e meschino, rovinando la festa
Per esperienza personale anche a me è capitata una cosa brutta del genere. Al ristorante Casal molara a rocca priora. È mancato solo una minaccia verbale come riportata nel articolo dal proprietario. Sarà una caratteristica dei ristoratori castellani??