si Una volta c’era il Carnevale con i suoi coriandoli, le sfilate, i carri, le maschere e gli assembramenti. Quest’anno, per via della pandemia, è stato cancellato o rimandato alla stagione estiva, persino la patria mondiale del Carnevale, Rio de Janeiro, ha annullato i festeggiamenti.
Ma cosa significa effettivamente celebrare il Carnevale e da dove trae origini questa ricorrenza? Attraverso un tour tra l’antica Roma, i riti agresti, la Venezia rinascimentale e la modernità, questo viaggio ci porterà in un excursus fra alcuni dei carnevali italiani più affascinanti della penisola.
Le origini del Carnevale: etimologia del termine e rituali di ispirazione
L’analisi etimologica della parola ha portato a pensare che il termine Carnevale possa derivare da carnes levare e sia legato all’eliminazione della carne dall’alimentazione del periodo quaresimale, per questo i giorni precedenti la Quaresima erano caratterizzati da grandi e prosperi banchetti.
Se una delle prime testimonianze del Carnevale italiano più famoso, quello veneziano, risale ad un documento datato 1094, sarà solo nel 1296 che questa festa verrà dichiarata come tale dalle autorità. Ma è ai riti dell’antica Roma che il Carnevale si ispira e trae origine.
In primis dalla prosperità di doni, tavole apparecchiate e ordine gerarchico sovvertito, elementi che caratterizzavano le festività dei Saturnali, in onore del dio Saturno. In questo periodo gli schiavi divenivano momentaneamente liberi e si mascheravano sedendo a tavola con i loro padroni. Tra gli altri culti di ispirazione troviamo i rituali agresti legati alla fecondità della terra, che si risvegliava dopo il lungo inverno, e che nel mese di febbraio vedeva un periodo purificatorio. Ricordiamo il rito dei Lupercàli, che dovevano il loro nome all’accezione di Fauno in Luperco, divinità romana invocata a proteggere la fertilità, era un rito di sacrifici e di iniziazione, dove due giovani venivano vestiti delle pelli degli animali sacrificati e vagavano per la città colpendo con delle strisce di pellame le donne che desideravano essere madri, il tutto in facezie carnascialesche.
La transumanza delle maschere di Tricarico
Le maschere di Tricarico, paesino arabo-normanno in provincia di Matera, affondano le loro radici nei cerimoniali agresti della transumanza. Il 17 gennaio, festività di S. Antonio Abate, protettore degli animali, gli abitanti si travestono da mucche e tori, con tanto di campanacci, mandriani e maschere di nobili a seguito del corteo che giunge alla chiesa del santo per compiere dei giri in segno propiziatorio di rinascita e fecondità della terra. La cerimonia viene replicata ancora oggi, e nella domenica che precede il martedì grasso. E’ possibile ammirare sfilate di maschere, carri, balli, canti e banchetti per concludere con il rogo in cui viene bruciato il pupazzo rappresentativo del Carnevale.
La città di Venezia tra Carnevale antico e moderno
Il Carnevale di Venezia è celebre in tutto il mondo, al pari di quello di Rio de Janeiro. L’eleganza dei costumi e le rappresentazioni quasi teatrali di chi li sfoggia attraggono ogni anno una moltitudine di turisti. È verso la fine del XIII secolo che la città della laguna comincia a produrre le sue maschere, ma è solo nel ‘700 che la maschera veneziana per antonomasia ha i suoi natali, la Bauta, una maschera dalle forme particolari indossata soprattutto dai casati aristocratici della Serenissima. Nel vasto e ricco repertorio di rituali dell’antico Carnevale è da annoverare la Festa delle Marie che prevedeva la benedizione di tutte le coppie che si sarebbero sposate nell’anno. Tra le ragazze si nominavano le dodici più belle e più povere, col tempo la festa andò in disuso, e solo nel 1999 tornò ad essere rappresentata come rievocazione storica.
A partire dal 1500 iniziò a prender piede il Volo dell’Angelo con spettacoli di funamboli e di giovani impavidi, che si cimentavano in performance spericolate. Le maschere diventano il simbolo dell’inversione dell’ordine della scala sociale dove i servi si travestivano da padroni e viceversa, iniziando a essere di spunto per la commedia dell’arte negli spettacoli teatrali. Tra eccessi e riserve, con la caduta della Repubblica veneziana, nel 1797 i festeggiamenti abbandonarono lo sfarzo delle epoche precedenti e solo dopo quasi due secoli, nel 1979 iniziò a delinearsi il Carnevale moderno che oggi conosciamo.
Ivrea: dal lancio dei fagioli alla battaglia delle arance
Un altro storico Carnevale è sicuramente quello di Ivrea, oggi ben noto per la “Battaglia delle arance”. La maschera più rappresentativa è la Mugnaia, protagonista della leggenda medievale di ribellione contro il tiranno che avversava la popolazione, e contro il quale la figlia del mugnaio si scagliò vendicandosi, con la sua uccisione, di tutte le angherie da esso compiute nei confronti del popolo.
Da questo episodio traeva spunto la lotta con le arance, prima di queste, i belligeranti si lanciavano dei fagioli, si racconta che una pignatta di fagioli venisse donata ogni anno dal titolare del feudo agli abitanti, e che questi gettavano via in segno di disprezzo. A partire dal 1800 la battaglia divenne una vero e proprio rito con tiratori di arance dai carri, che rappresentavano i nobili e squadre di aranceri a piedi, rappresentativi del contadini del feudo.
Il Carnevale 2021: festa di maschere o mascherine?
Non c’è Carnevale senza carri allegorici e l’Italia, da nord a sud, è ricca dei capolavori in cartapesta che hanno da sempre contraddistinto le nostre sfilate: il carnevale di Cento, la satira di Viareggio, i carri colorati di Fano, la tradizione secolare di Putignano, il fascino di Acireale e Sciacca. Le maschere sono state per secoli le protagoniste di questa festa nelle sfilate del Carnevale Ambrosiano di Milano, a Mamoiada in Sardegna, nella corsa dei cavalli di Ronciglione.
La pandemia nel 2021 ci vede tutti mascherati in tinta con gli abiti, tra pois, mimetiche, animalier, le abbiamo indossate tutto l’anno ma ora, soprattutto in questo periodo, le mascherine diventano maschere, e il carnevale si segue online. È quello che è successo a Corato, in provincia di Bari, dove il comune ha indetto un concorso per “Mascherine mascherate” con tanto di premi per i finalisti.
Il popolare Carnevale di Venezia quest’anno si festeggia sul web, con le dirette degli eventi in streaming fino al 16 febbraio tra cerimonie, interviste, laboratori e sfilate senza trasgredire le regole del distanziamento e nella speranza di tornare a viaggiare per ammirare questo e gli altri meravigliosi carnevali d’Italia nella loro pienezza e tradizione.
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