Secondo le dichiarazioni di Jordan Shapiro – esperto in cultura digitale – i videogiochi se usati con discrezione e parsimonia possono rappresentare un ottimo strumento educativo e formativo, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. Con la nascita di dispositivi elettronici appartenenti alla nuova generazione – per esempio – si sta via via abbandonando il cartaceo per “crescere nel digitale”.
Proprio secondo Shapiro i videogiochi non solo hanno la funzione di intrattenimento per i bambini, ma stanno diventano persuasivi dal momento che raccontano storie e hanno una funzione catartica. È chiaro che con l’uso di questi potenti mezzi basati sulla virtualità e sulla digitalizzazione, non scompariranno per sempre le vecchie forme tradizionali, tuttavia si ritroveranno un gradino sotto data la potente tecnologia e la tempestività di ricezione di informazione che tali strumenti consentono. I videogiochi quindi possono essere un ottimo strumento di allenamento mentale – alla pari con la vecchia generazione – ma con mezzi del tutto diversi da quelli del passato.
Tutti i dispositivi diventano parte fondamentale della vita e dell’esperienza di qualsiasi persona già all’acquisto. Durante l’utilizzo sono programmati alla formazione dell’identità del bambino anche se ricevono i continui malocchi dei relativi genitori che li vedono come un inutile passatempo. È proprio in casi come questi che i videogiochi andrebbero pensati come realtà integrante del bambino, un universo appartenente interamente a loro dove possono immaginare e fare tutto ciò che desiderano, guadagnando creatività e gioia.