Si tiene al Teatro della Cometa a Roma fino al 10 Gennaio lo spettacolo “VICINI DI STALLA” , di Antonio Grosso e Francesco Stella, interpretato da Ciro Scalera, Antonello Pascale, Federica Carruba Toscano e da Antonio Grosso che è anche aiuto regista, la regia è curata da Ninni Bruschetta.
La vicenda narra della fuga di pastori, Corallo (Antonio Grosso) e di suo zio Armonio (Ciro Scalera), con al seguito l’inseparabile asinella Rosaria, avendo ucciso il Console romano Pompeo Magno che viveva nel Messinese.
Il viaggio, intrapreso dalla Magna Grecia si conclude in una cittadina del Medio Oriente, governata dal dispotico e sanguinario Re Erode, di nome Betlemme che in quel periodo era piena di gente e non si trovava neanche un posto dove poter dormire.
In loro aiuto interviene, dietro largo compenso, il rabbino Arcadio (Antonello Pascale), personaggio altolocato che conosce a menadito tutta la Legge Mosaica e del Patriarca Abramo, che offre loro un riparo – un’umida stalla molto confortevole a suo dire – per riposare quanto basta dopo aver pascolato le pecore.
Ma le notti non sono silenziose in quanto dalla stalla vicina provengono gli schiamazzi di Sara (Federica Carruba Toscano) una giovane donna che pratica il mestiere più antico del mondo che a sua volta era praticato dalla madre (la figlia della “Lupa” nell’antica Roma) che rivelerà essere anche figlia del Console romano Pompeo Magno.
Mentre i pastori e la giovane Sara sono impegnati a risolvere questioni “condominiale” legate agli schiamazzi il rabbino sub-affitta la stalla ad una giovane coppia molto povera che sta per mettere al mondo un bambino.
Dopo la comparsa di una strana stella, la Cometa, la stalla inizia ad essere luogo di pellegrinaggio di pastori ed altri e di regali da strani e misteriosi personaggi mentre i due pastori non hanno di chè pagare l’affitto per cui il rabbino Arcadio che conosce il loro segreto propone a Corallo di uccidere quel bambino perchè secondo Erode potrebbe essere lui il profetizzato Re dei Re e nel frattempo vengono uccisi a Betlemme tutti i bambini da poco nati.
Prima dell’arrivo della giovane coppia l’asinella Rosaria che Armonio venera come una Santa inizia a lamentarsi e ad ammalarsi ma miracolosamente guarisce, data la presenza della nuova Famiglia appena arrivata, e sarà affiancata dal bue Gennarino che con il loro alito riscalderanno quella giovane creatura da poco venuta al mondo e sarà proprio lei a portare in salvo, successivamente, il Magico Bambino dalla furia omicida del Re.
Dopo questa misteriosa nascita per i 2 pastori la vita cambia, migliora ed infatti ripensando a quello che hanno fatto si redimono, saranno “lavati” dai loro peccati, come si accenna verso la fine dello spettacolo.
Il testo è ben strutturato, fluido ed I personaggi ben delineati e ben proposti con le loro virtù, con le loro miserie: Armonio lo zio riassume le paure e allo stesso tempo la speranza di un domani migliore;sentimentale, lamentoso; , prudente, in pratica è un animo puro ; Corallo il nipote è sicuramente il volto dell’euforia, che nonostante tutto si prende gioco del prossimo, senza perdere i valori in cui crede, vigoroso, cinico, diretto, pieno di energia; Arcadio il Rabbino, claudicante col suo bastone che esibisce come arma, è l’emblema del potere, Sara la “Lupa de Roma” è l’unico elemento femminile dello spettacolo, e con la sua fisicità e i suoi lunghissimi capelli nero corvino rappresenta la sensualità che sa conquistare l’uomo, soprattutto se complici sono le stelle, furba al punto giusto ma anche pronta a innamorarsi.
La scena, molto scarna, comprende solo una carriola che contiene tutti i beni dei pastori, qualche coperta, delle sedie e un tavolo, un po’ di cibo e sullo sfondo un tulle sul quale viene proiettato il cielo stellato.
Lo spettacolo è piacevole anche grazie alle luci di Luigi Ascione, alle scene di Alessandra Ricci e ai costumi di Adelia Apostolico,
Lo spettacolo è divertente, amaro, riflessivo, comico – specie per le battute dette in napoletano ben comprensibile – e doppi sensi e la canzone di chiusura, Mad World di Gary Jules, rende bene l’idea di un mondo pazzo, dove un uomo per la sete di potere è pronto a far assassinare centinaia, migliaia di bambini. Come a dire che in duemila anni forse poi tanta strada dal punto di vista spirituale, in fondo, non l’abbiamo fatta, come viene accennato durante lo spettacolo.
Vedo che purtroppo metti di nuovo gli accenti proprio dove non ci vogliono!…..
“Una coppia molto povera, che stà (sic!) per mettere al mondo un bambino”.
Ma è possibile mai che non ti accorgi quando il “correttore automatico” ti sottolinea l’errore di lingua italiana?
Stai attento per il futuro!!!
Aff.te!
Mario
al di là di qualche imprecisione in itagliano (con aglio o senz’aglio ?), l’idea trasmessa dello spettacolo è che sia statico e troppo scarno scenograficamente…diaciamo che non invoglia !!!
Ciao