Siamo in Inghilterra, a Manchester, più precisamente in quella parte della città dove il colore che va più di moda è il rosso: ma non un rosso normale, no, il rosso della passione, del sangue, del diavolo… Siamo nella patria dei Red Devils, del Manchester United.
Questa è una delle squadre più titolate in Inghilterra sia in ambito nazionale ed internazionale, patria di grandi campioni e, come ogni squadra inglese che si rispetti, ha una storia d’amore con il calcio tutta sua.
Per la squadra di Manchester la storia d’amore più bella e duratura riguarda una maglia, un numero, il numero 7, indossato dalle più grandi leggende di questo club ed ancora oggi è un onore indossarla.
Ma come in ogni storia d’amore anche questa ha avuto alti e bassi, ma ogni tifoso dei red devils avrà sempre un posto nel suo cuore per chi l’ha indossata e la indosserà…
Riavvolgiamo un attimo il nastro della storia del calcio per analizzare le leggende che hanno vestito la 7 rossa:
- George Best: Il grande centroavanti durante gli anni 60 ha fatto ballare tutta Europa con il suo dribbling e il suo grande talento. Ha indossato diversi numeri, ma è con la 7 che si è consacrato ed ha portato il Manchester United sul tetto d’Europa. Il fenomeno Irlandese (del Nord), però, è anche conosciuto con il classico appellativo di “genio e sregolatezza”. Era infatti noto come il calciatore passasse molto tempo nei pub e anche con molte donne, infatti la sua avventura con la 7 rossa terminò a 28 anni, troppo presto… Tutto questo, però, non ha mutato la sua leggenda, i suoi grandi lampi, le sue giocate… Lui darà il via alla leggenda legata a questa maglia.
- Bryan Robson: Altro grande attaccante arrivato durante lo strepitoso potere degli altri rossi inglesi, il Liverpool, ma grazie alla sua grande forza riuscì a prendersi il club sulle spalle e a riportarlo in cima alle classifiche nazionali (grazie a grandi prestazioni in FA cup) e far respirare di nuovo l’odore di europa ad old trafford. Uomo molto diverso da Best, fu un capitano fedele, il più longevo di tutti, un vero traghettatore.
- Eric Cantona: Nei primi anni 90’ si iniziò a dare un numero fisso ad ogni giocatore ed in nome sopra il numero arrivò automaticamente. In questo momento di rivoluzioni arriva a Manchester un giocatore che non ha ancora avuto degli eguali nella storia del calcio: Eric Cantona. Un giocatore semplicemente fantastico, che vinse tutto e si fece notare per il suo comportamento dentro e fuori dal campo: lui inventò il colletto alzato durante la partita, il capitano che mostra il petto agli avversari, gli tira due schiaffi (sia letteralmente che a suon di gol) e cambia la partita. Famosi sono i suoi grandissimi, bellissimi e pesantissimi gol, le sue prove di forza, anche molto esagerate, come il famosissimo calcio al tifoso che gli costò unna pesante squalifica. Lui era il simbolo di un calcio forte, grande, reale, era il vero leader di Manchester e dell’Inghilterra, tanto da prendersi il “titolo” di King.
- David Beckham: Questo ragazzo inglese ha un dono speciale: ha un destro micidiale, che sprigiona una potenza spaventosa con o senza rincorsa e riesce a segnare praticamente da qualsiasi zona del campo, questo a fatto si che i gol dalla metà campo o da una grande distanza prendessero l’appellativo di “Gol alla Beckham”. Il giovane David fa il primo anno insieme a Cantona l’anno dopo raccoglie la sua pesantissima eredità e con essa anche la “7”. Con lo United vive i momenti più belli della sua carriera, come la vittoria della Champions League, quelli che lo faranno diventare uno dei calciatori più forti di sempre. Indosserà le maglie più prestigiose d’Europa (Real Madrid e Milan) ma siamo sicuri che il suo cuore rimarrà a Manchester. Oggi David Beckham è uno dei calciatori più ricchi del mondo e sta cercando di investire sul calcio d’oltreoceano.
- Cristiano Ronaldo:“Tu che maglia vuoi?”, gli chiede Ferguson. “Io? La 28, grazie”, risponde il diciottenne portoghese. “Invece no, tu prendi la ” – Questo è un dialogo tra l’allora allenatore del Manchester Sir Alex Ferguson (allenatore che ha fatto la storia moderna di questo club, che ha allevato tutti questi talenti e visto molte di queste 7) e Cristiano Ronaldo, un giovane portoghese appena comprato dallo Sporting Lisbona. Il coach aveva già capito quanto fosse forte Cristiano e sapeva quanto la 7 sarebbe stata ideale. Ancora una volta quella vecchia volpe di Sir Alex ci aveva visto giusto: Cristiano è stratosferico, segna senza sosta in qualsiasi modo: testa, destro, sinistro punizioni, a vicino, da lontano, di potenza… insomma diventa una leggenda e fa volare alto il Manchester ed Old Trafford torna a segnare. Si costruisce un’icona, Cristiano, diventa CR7 e ancora oggi noi lo conosciamo così e sappiamo di cosa è capace… Dopo la vittoria della Champions CR7 piange, si per gioia, ma anche per dolore: sa di essere diventato una stella e che ci sono club che lo vogliono, perché lui è troppo forte… Questo Ferguson lo sa e lo lascia andare. Andrà al Real Madrid, dove gioca tutt’ora, ma CR7, quel 7, non se ne è mai andato da Manchester.
- Angel Di Maria: Il giovane argentino, dopo delle stagioni in chiaro scuro a Madrid (proprio con CR7) è chiamato a Manchester (che nel frattempo ha perso il suo leggendario allenatore) a risollevare il club. Ma Angel non riesce a brillare come le stelle precedenti e proprio quest’estate è passato al PSG… Troppo grande il peso della 7.
- Memphis Depay: quest’estate il Manchester ha fatto la spesa al PSV in Olanda, patria di grandi giovani e promettenti giocatori, e ha prelevato questo ragazzo. Tutti pensano sia un azzardo dargli la 7, visto che neanche un campione come Di Maria ha saputo reggerne il peso… Ha fatto vedere grandi cose in Olanda ed anche alla prima in Champions… Speriamo sia l’inizio di una nuova grande storia d’amore e di calcio tra un giocatore e la 7 rossa…