L’imponente mole architettonica di Palazzo Venezia si affaccia sull’omonima piazza nel rione Pigna di Roma. Il rione prende il suo nome da una gigantesca pigna bronzea di epoca romana rinvenuta nell’area e ora conservata presso i Musei Vaticani; essa doveva far parte di una fontana che decorava il tempio di Iside e Serapide presente nell’area del Campo Marzio.
Piazza Venezia è il risultato di una serie di interventi architettonici condotti alla fine dell’ Ottocento per la realizzazione del Vittoriano, monumento eretto per celebrare Vittorio Emanuele II; l’aspetto attuale della piazza si discosta profondamente da quello che essa aveva nel XV secolo. All’epoca la piazza aveva infatti una forma trapezoidale ed era chiusa da una serie di costruzioni dal sapore ancora medievale.
Nel 1464 il cardinale veneziano Pietro Barbo, salito al soglio pontificio con il nome di Paolo II, dette avvio alla realizzazione di una residenza degna di un pontefice. Egli ampliò una serie di residenze cardinalizie preesistenti e le inglobò all’interno del suo nuovo palazzo, quello di Venezia appunto. Benché il suo aspetto sembra essere ancora quello di un” palazzo- fortezza” medievale l’edificio presenta delle caratteristiche architettoniche che segnano il passaggio dall’architettura medievale a quella rinascimentale. Gli elementi innovativi sono: le finestre a croce guelfa del piano nobile che vanno a sostituire quelle archiacute degli edifici tardo medievali, il portale principale e il cortile interno che diviene elemento imprescindibile dei palazzi rinascimentali. Il pontefice realizzò anche un giardino segreto o di delizie, il cosiddetto viridarium, edificio che ha subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni architettoniche. Si venne così a costituire un complesso architettonico unico costituito da Palazzo Pontificio, viridarium e chiesa palatina, ovvero quella di San Marco di cui l’allora cardinale Pietro ottenne il titolo. Papa Paolo II Barbo era un raffinato uomo di cultura, amante delle arti e grande collezionista.
Dopo la morte del papa il Palazzo conobbe diverse destinazioni d’uso: passò prima all’Ambasciata di Venezia, poi a quella Austriaca e infine divenne sede del governo fascista, infatti è proprio dal balcone del palazzo che Mussolini era solito affacciarsi e tenere i suoi discorsi.
Già a partire dal 1916 si decise di realizzare un Museo d’arte Medievale e del primo Rinascimento nel quale confluirono diverse collezioni, la più cospicua delle quali fu quella donata nel 1933 da Enrichetta Tower Wurts, moglie del diplomatico George Wurts.
Il Museo vanta oggi una importantissima collezione di sculture lignee medioevali, bronzetti e terrecotte ma anche opere pittoriche come il “Doppio ritratto” di Giorgione, la “Sala Altoviti” di Giorgio Vasari e notevoli opere scultoree come il busto di Paolo II Barbo eseguito dallo scultore Paolo Romano che accoglie i visitatori di questo magnifico edificio attraverso il quale si ha l’opportunità di ripercorrere alcune tappe fondamentali della storia di Roma.