Narcisismo e web come sono legati? Diciamo che la Rete è un palcoscenico ideale per chi ha delle manie di grandezza che non necessitano di una risposta da parte altrui. Non si tratta di personal branding o del tentativo di far fronte alla propria timidezza. Il narcisismo può essere sano o patologico: nel primo caso si parla di autostima e amore per se stessi, mentre nel secondo caso si è incapaci di amare il prossimo. La cultura odierna è fortemente narcisistica e il web e i nuove media permettono di veicolare all’esterno una quantità incontrollata di contenuti legati al Sé.
Se la tua vita è poco gratificante o lo è fin troppo, non cambia poi mica molto. Hai sempre la tua foto del profilo su Facebook per colmare mancanze o rasentare quella che credi sia perfezione. Mi spiego meglio. Partiamo da un semplice assunto: l’autostima di un giovane è direttamente proporzionale alla quantità di “mi piace” che riceve giornalmente su Facebook. Baggianate, direte. Magari!
Un esempio pratico, per intenderci. Scrivi un post, forse anche intelligente, perché alle volte capita pure quello, e inizi a stare lì, davanti allo schermo del pc, sperando che si susseguano notifiche su notifiche. Dopo mezz’ora vai in bagno, col tablet. Leggi qualcosa, perché sei anche una persona seria, ma poi ci ricaschi: entri su Facebook, e purtroppo scopri che le condizioni della tua nuova creatura, del tuo stato, ancora non ti soddisfano.
Ormai è passata più di un’ora, sei in biblioteca, a lezione, a scuola. “Non dovrei controllare anche sul cellulare”, ti dici, mentre hai già aperto l’applicazione. “Sì, un commento e un numero di ‘like’ sufficienti per farmi sostenere almeno un’ora di studio!”.
Il primo passo è ammetterlo. Qui non ti giudica nessuno. Soffri di una patologia, ormai comune, soprattutto tra i ventenni, chiamata “social narcisismo”. Ne risente la tua autostima, non è vero? Ma non importa quanto credi di essere popolare sui social, non importa quanti cuoricini riscuoti su Instagram, perché nella vita le priorità sono altre. Capire che mentre sei al bar con gli amici, dovresti guardarli in faccia piuttosto che avere il capo chino su Facebook, sarebbe già un passo in avanti, per dirne almeno una.
Il primo male da debellare è la dipendenza compulsiva da foto del profilo, foto pubblicate da se stessi e dagli altri. Spesso nascono disturbi tra cui gelosie ed invidie a causa di maggior approvazione sui post altrui.
Se nella vostra vita conta solo quello trovate anche strategie per poter ottenere maggiori consensi al vostro stato su Facebook. Per prima cosa bisogna scegliere un orario adeguato. Di solito si scelgono o le 15, quando tutti tornano dalla pausa pranzo e simili, o prima e durante il prime time. Se invece deciderete di caricare la vostra picture profile alle quattro del mattino, solo qualcuno che sta peggio di voi la prenderà in considerazione. In secondo luogo, dopo aver ricevuto le prime dozzine di likes, arriverà sicuramente un commento. Se non arriva, rubate il cellulare di un amico e scrivetevelo da soli. Fatto? Bene, non rispondete subito, ma solo quando il flusso dei “mi piace” si è quasi arrestato. State creando una discussione per fare in modo che la vostra foto profilo rimanga in auge tra le notizie più popolari, sulla home page dei vostri amici.
Qualche giorno dopo, quando nessuno prende più in considerazione la foto, mettete voi stessi like (“A Mario Rossi piace la foto di Mario Rossi”). Sì, è da sfigati, ma ormai siete accecati da chissà quale mania di protagonismo e racimolerete ancora qualche likes.
E adesso, l’ultimo trucco, quello che preferisco: l’interscambio tra foto profilo già quotate. Avete già messo like a tutte le foto del profilo dei vostri amici per fare in modo che ricambino? Avete finito tutte le cartucce per la vostra foto e non ne avete di nuove? Non importa, riciclate quella che avevate messo il mese prima, e riscuoterà ancora uno strabiliante successo tra nuovi e vecchi “mi piace”. L’assurdità non ha più confini. L’unico consiglio che posso darvi è quello di disattivare il profilo per un po’: è l’unico rimedio per disintossicarvi.
I ricercatori hanno analizzato quali erano le reazioni emotive di un gruppo di giovani donne fra i 18 e i 20 anni che incontravano faccia a faccia per la prima volta una persona dopo averla preliminarmente contattata su un social network oppure senza averla mai contattata prima.
Ebbene, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, sembra che i social network rappresentino una paradossale complicazione per coloro che sono soggetti ad alti livelli di ansia sociale, ultimamente sono stati istituiti dei centri specializzati per far fronte a problematiche di questo tipo e non solo.
E’ vero che la dipendenza dai social network ci appartiene, ma bisogna sempre ricordarsi che tali sono dei mezzi di comunicazione, e siamo noi i responsabili del loro utilizzo.